Alcune modifiche normative apportate recentemente alla legge fallimentare favoriscono la risoluzione della crisi aziendale rispetto alla soluzione liquidatoria, sostanzialmente in linea con le indicazioni della Raccomandazione UE -
Il legislatore ha adottato due decreti legge che avranno l’effetto di incentivare l’adozione tempestiva di piani di risanamento delle imprese in crisi, limitando il ricorso a soluzioni liquidatorie ai casi di maggiore gravità della crisi d’impresa. Il decreto legge del 23 dicembre 2013, N. 145, convertito il legge 21 febbraio 2014, N. 9 (il Decreto), e (ii) il decreto legge del 24 giugno, 2014 n. 91, convertito con legge 11 agosto 2014 no. 116, (il Decreto Crescita) hanno modificato, inter alia, la Legge Fallimentare (regio decreto N. 267 del 16 marzo 1942). introducendo:
• una modifica al regime della prededucibilità dei crediti sorti in relazione ad una domanda di ammissione a concordato preventivo con riserva, presentata ai sensi dell’art. 161, sesto comma della Legge Fallimentare (la Domanda di Ammissione con Riserva);
• diritti di prelazione a favore dei dipendenti del debitore in caso di vendita o affitto dell’azienda in crisi;
• la possibilità per un debitore sottoposto ad un concordato in continuità di ottenere dal giudice competente l’autorizzazione a partecipare a gare d’appalto;
• modifiche ala disciplina dell’amministrazione straordinaria applicabile alle grandi imprese in crisi.
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