La Cassazione, rigettando il ricorso proposto da una società di capitali, ha stabilito che non è deducibile, per difetto di inerenza, il costo rappresentato dalla parcella dell’avvocato sostenuto dall’amministratore per difendersi dall’accusa di corruzione, nonostante il proscioglimento dello stesso. Non opera infatti, nella fattispecie concreta, il disposto dell’articolo 1720, comma 2, del codice civile sulle spese rimborsabili al mandatario, trattandosi di attività non connessa causalmente al mandato conferito, ovvero non funzionale al perseguimento dell’oggetto sociale, quanto piuttosto di attività che nel mandato trova soltanto la sua “occasione”.
Una recentissima sentenza della Corte di Cassazione ribadisce l’orientamento più volte espresso in passato che i costi per la difesa penale dell’amministratore di società non rappresentano costi fiscalmente deducibili per la società.
Con la sentenza del 14 dicembre 2012, n. 23089, la Corte di Cassazione conferma la ripresa del costo direttamente addebitato dall’avvocato difensore del legale rappresentante in un procedimento penale nel quale quest’ultimo è risultato poi innocente.
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